Il terremoto giudiziario che sta scuotendo la politica dell’Alto Garda e non solo
mette in evidenza una profonda distorsione nella gestione della cosa pubblica da parte dei
principali schieramenti, che da tempo anche noi di Onda segnaliamo. I capi di imputazione
sono pesantissimi e vanno dall’associazione a delinquere, con l’aggravante del metodo
mafioso, alla turbativa d’asta, al traffico di influenze illecite, alla truffa e altri.
Abbiamo fiducia che la Magistratura svolgerà il proprio compito con autorevolezza,
competenza e in piena autonomia. Osserviamo con grande rispetto il lavoro dei magistrati,
nella convinzione che sapranno fare piena luce nell’accertamento delle eventuali
responsabilità.
Quello che ci preme è il dato politico. Sarebbe un bel segnale di rispetto nei
confronti dei cittadini e delle istituzioni di cui fanno parte, se le persone a vario titolo
coinvolte nelle vicende si sospendessero dalle loro cariche, a loro stessa tutela e a
garanzia della legittimità e legalità degli atti assunti.
Nei comuni dell’Alto Garda coinvolti nelle indagini in corso, sono in via di approvazione 4 varianti urbanistiche che rischierebbero di essere annullate d’ufficio, nel caso in cui le illegittimità fossero confermate.
Le varianti approvate o in via di approvazione da parte dei Consigli comunali sono frutto di una doppia forzatura: da una parte si è negata la necessità di approvare prima il Piano Territoriale della Comunità che avrebbe dato regole sovraordinate chiare e certe e, d’altra parte, si è sbilanciato il rapporto tra interessi pubblici e privati, snaturando le priorità della programmazione urbanistica.
Chiediamo alla Provincia Autonoma di Trento di dare un segnale forte e di
sospendere tutte queste varianti: la 13 bis di Riva del Garda, le varianti 17 e 18 di
Arco e la 16 di Dro, per permettere che, con l’accertamento delle responsabilità,
sia tutelato il valore sociale e ambientale del nostro territorio.
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