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Un Teatro? Forse sì. Due però sono troppi

Immagine del redattore: OndaOnda

Non possiamo che concordare con Gualtiero Toniolo sull’importanza del teatro per le comunità e i territori: un’arte che è nella nostra più bella tradizione e che va promossa, tramandata e difesa a presidio della Cultura con “c” maiuscola.

Specialmente in tempi come questo - in cui la cultura si fa intrattenimento e l’intrattenimento si fruisce quasi unicamente sul divano di casa propria attraverso gli schermi delle piattaforme di streaming - la potenza di uno spettacolo “umano” dal vivo con le emozioni che sa risvegliare non può che essere vitale per i cittadini. Finora il testimone è stato portato avanti dalle piccole associazioni e filodrammatiche che da anni operano nel territorio nei piccoli teatri di Dro, Nago, Arco, ecc... Cosa cambierà per loro?

La domanda che ci facciamo come gruppo è sempre la stessa: “COME?” E cioè, con quale “sguardo”? Il polo congressuale di Riva del Garda con un finanziamento di 28+13 milioni di denaro pubblico (che però non sono sufficienti a coprire i costi di tutta l’opera) porterà in città anche un teatro all’avanguardia, con una torre scenica alta 25 metri. Contemporaneamente anche la città di Arco sta costruendo (dentro una falda di acqua!!!) una grande sala con scopo simile e che ad oggi è costata circa 8 milioni (con impiantistica, attrezzaggio e arredi si salirà verso i 10 milioni di euro).

Una prima considerazione. Ma quando si progettano opere di questa portata finanziate col pubblico denaro, non sarebbe necessario avere una visione d’insieme visto che l’Alto Garda per molti servizi è ormai un unico grande territorio? Non sarebbe stato più saggio che i due comuni avessero dialogato e concordato, senza farsi un’inutile concorrenza? Perché a parte i costi di realizzazione, i costi di gestione sono poi altissimi, se non proibitivi. L’esito della vicenda della Music Arena con il buco milionario e il commissariamento sia da monito agli amministratori.

Servivano proprio DUE strutture parallele in un territorio come il nostro quando i due teatri maggiori di Trento e Rovereto già faticano a sostenere le loro reciproche rassegne teatrali? E, al di là dell’imbarazzante rimpallo di responsabilità tra centrodestra e centrosinistra, una torre scenica di quella dimensione è ancora giustificata viste le possibilità oggi offerte dalle agili tecniche digitali che la rendono superflua? Senza poi parlare del caos traffico e dell’impatto paesaggistico, anche per la poco felice localizzazione in una fascia lago che dovrebbe finalmente indurre i decisori al rispetto e alla rigenerazione (il paesaggio non è una delle squisite caratteristiche della nostra cultura?).

Per la comunità altogardesana che attende da anni opere e soluzioni strategiche per la viabilità e i trasporti, che vede il proprio presidio sanitario smantellato anno dopo anno, che soffre per la mancanza di alloggi per i residenti, che è preoccupata per le casse integrazioni delle grandi fabbriche della zona, la costruzione di DUE teatri è davvero la priorità?

Forse è il caso di cominciare ad investire sulle vere risorse di questo territorio, quelle UMANE!

Se l’obiettivo è promuovere cultura, naturalmente.


GRUPPO ONDA ALTO GARDA

Stefano Santorum, Giovanna Chiarani, Daniele Monetti, Johnny Perugini




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